Diffidenza e Devozionismo
Le sfide del progetto: immergersi nella Divina Misericordia per imparare a compiere le opere di Misericordia

Testi dei papi:
La fede é concepita da alcuni come una sorta di narcotico anti-angoscia,
come un anestetico miracolosamente capace di debellare ogni forma di dolore.
L'approccio al credere é, in questo caso, di tipo sensazionalistico e si
traduce in formule emotivistiche. Queste e altre possibili forme di un cristianesimo intimistico e
privatistico sono da dichiarare inconciliabili con la professione di fede in
Dio, Padre di tutti gli uomini, Creatore e Signore del cielo e della terra.
Credere nella paternità universale di Dio significa considerare ogni uomo come
nostro fratello e, di conseguenza, lasciarsi interpellare da lui, dalle sue
esigenze e dai suoi problemi. Significa anche vivere a contatto con questo
mondo, che è uscito dalle mani di Dio e reca la sua impronta di bontà e di
gloria, impronta che è visibile soprattutto nell'uomo, il quale è il segno più
eccelso dello splendore del volto di Dio.
Dall'altra parte, la paura del devozionismo genera una diffidenza che non permette ai fedeli di scoprire le Grazie che la Misericordia di Dio desidera offrire a tutta l'umanità. Il beneficio del culto della Divina Misericordia è crescere nella fiducia nel Dio Misericordioso e vivere concretamente le opere di Misericordia.
La certezza di trovare nel Padre misericordioso la pace e la "guarigione" delle nostre ferite spirituali non ci impedirà di affrontare il dolore come esigenza dell'amore e sconfiggerà in noi la tentazione di pensare alla fede cristiana come ad una sorta di "analgesico"... Chi vive autenticamente il discepolato del Cristo crocifisso e risorto comprende facilmente che la fede non è un "tranquillante", ma semmai un "eccitante", che invita a misurarsi con la storia e a farsi carico dei travagli di questo mondo, il quale attende con impazienza la piena rivelazione dei figli di Dio.
L'essenza del culto alla Divina Misericordia è l'atteggiamento di fiducia verso Dio (cioè l'atteggiamento biblico di fiducia) e l'atteggiamento di misericordia verso il prossimo (don prof. Ignacy Różycki).

Dal Vangelo di Luca (6, 32-38)
Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell'Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.
Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.
Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».